giovedì 29 marzo 2018

CHIMERA.




Alla fine della strada
dove tutti aspettano
non c'è modo di spiegare
come fare per normalizzare
e analizzare questo macello
instabile come negli scacchi
il re deve sempre morire 
l'equilibrio non è mai statico
il mio mondo sta scomparendo
diluito in mille rivoli
sempre più sterili
e non trovo molti stimoli
per occuparmi di cambiare
quello che verrà domani
l'incertezza crea paura
sgraziate timide preghiere
strisce di luce vivida
attraversa le crepe
di alti soffitti diroccati
è sempre più difficile
trovare persone fra la gente
laide e truci atmosfere
da oriente decadente
ricorrenti percezioni oniriche
viaggi nel tempo unidirezionali
viviamo in un sogno prestato
e lo sprechiamo inerti
davanti alla televisione
finendo col farci confezionare
anche i desideri personali
che magari non sono più
come quelli che facevamo
nella nostra innocenza
immacolata di una volta
ma sono li belli pronti
anelanti di intrattenerci
e soavemente rincoglionirci
metamorfosi veloci e incomplete
danno una furiosa vita 
a chimere oscure e deformi
intossicate dalle aspettative
il panico divora la ragione
ci sono progetti in corso
che vanno interpretati
che sono oltre la comprensione
perversioni complottiste
puerilmente assurde
che è più facile non credere
le contraddizioni si accumulano
le comunicazioni si interrompono
finché nessuno sa più dove stare
e se non c'è dietro un disegno
significa veramente
che siamo soltanto stupidi.


 icknos@CHIMERA.ciao.FAAK.com 





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